Pievescola è un piccolo borgo di origine
medioevale cresciuto intorno alla pieve - all'epoca fortificata -
fondata intorno al 1064, come tramanda la leggenda, dalla
contessa Ava di Montemaggio.
In Pievescola è possibile
effettuare acquisti di prima necessità in un piccolo minimarket
posto immediatamente di fronte alla chiesa; si possono acquistare
pane, pasta, olio, vino, acqua minerale, frutta e verdura, salumi
etc., oltre ad altri generi alimentari e non.
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Vi sono due piccoli bar, un ristorante-pizzeria, un coiffeur
unisex nochè una edicola-cartoleria e tabaccheria.
distributori di Benzina e gasolio a 2
km e 5 km circa.
Si possono degustare ottimi piatti
della cucina tipica toscana in vari altri ristoranti ubicati nel raggio di
4-5 km.

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LA SAGRA DEL FUNGO - Tutti gli anni,
alla fine dell'estate, si celebra la "Sagra del Fungo",
una manifestazione spontanea che coinvolge tutta la cittadinanza;
nel tempo Pievescola è riuscita a crearsi una originale immagine
in Toscana grazie alle sue Sagre che si sono succedute
valorizzando il "fungo" quale preziosa risorsa
culturale e gastronomica del territorio che la circonda, ricco di
freschi castagneti e lecceti sempreverdi.
LA MAGNALONGA -
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Nel Settembre 1999 è stata inaugurata un'opera bronzea, posta su un piedistallo in
travertino, che raggiunge la ragguardevole altezza di circa 2,50 metri ed il
peso di 10 quintali. L'opera è una creazione di Maria Pia
Scarciglia, una apprezzata artista locale le cui sculture da anni trovano
naturale collocazione nella Collegiata di Santa Maria Assunta,
nel Palazzo Comunale di Casole d'Elsa e nella pieve romanica di Pievescola. Rappresenta due creature
fantastiche, metà umane e metà fungine; è un omaggio al "Fungo
Innamorato", timido
nelle sue sembianze umanoidi e fungine, davanti all'immagine
della sua bella, un po' svagata e sbarazzina che lo guarda con
leggera ironia. Il monumento è così divenuto il "cuore" della frazione, vivo e più
fruibile per cittadini e turisti. |
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NOTE SULLA PIEVE ROMANICA
- L'attuale
fisionomia di insediamento sparso contrasta con alcune tracce di
mura su un lato della chiesa, mura di cui peraltro si è perduto
lo sviluppo originario.
Il Repetti, alla pagina 238 del V°
volume suo Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana ci
illustra Pievescola come una località che:"Risiede sulla ripa destra
dell' [fiume] Elsa alla base occidentale della Montagnuola di
Siena, (...) .
Chi cercasse l'etimologia del nome
a Scola potrebbe indursi a credere che nascesse dall'esservi
stata di buon ora costa` una scola di lettere, oppure di canto
fermo, uso che fino dai tempi longobardici trovasi indotto in
alcune vetuste pievi di campagna. Il tempio attuale della Pieve a
Scuola è a tre navate, tutto di pietra arenaria squadrata con
quattro arcate e cinque pilastri per parte.
La sua facciata è ornata di
colonnine corintie scalanti di altezza, non già di fusto, unite
da archetti. Una delle più vetuste memorie di
questa Pieve a Scuola ce la somministra un documento dell'anno
1030"
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Nel 1356 dalla Pieve dipendevano 9
succursali, delle quali il Repetti afferma che 6, all'epoca in
cui scrisse il Dizionario, risultavano perdute.
Ai
nostri tempi, la facciata della chiesa e' caratterizzata da un
portale ad architrave sovrastato da una trifora che la tradizione
attribuisce al maestro Bonamico Pisano durante la sua permanenza
in zona mentre lavorava alla Pieve di Mensano.Caratteristiche le finestrelle a doppio
strombo della facciata e quelle a croce in corrispondenza delle
navate laterali e dell'abside centrale.
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Sopra l'altare, un bel
Cristo
Patiens realizzato anch'esso da Maria
Pia Scarciglia.
Clickare per avere ulteriori approfondimenti storico
artistici
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LA VILLA RINASCIMENTALE
DE "LA SUVERA"
Immediatamente al di sopra dell'abitato
di Pievescola è ubicata la Villa de La
Suvera, le cui prime tracce risalgono al
1138 come probabile possesso degli Ardengheschi, come a tal proposito afferma il
Repetti "...venne ad essa donata la villa della Sughera con la chiesa e i
beni di Sant'Andrea alla Sugherella, il tutto confermato all'Abbadia di San
Lorenzo dell'Ardenghesca mediante bolla del 17 aprile 1194 da Celestino III.
..."
Sottomessa a Siena nel 1216, nel 1239 si
verificarono dei contrasti che sfociarono, nel 1268, alla distruzione del
castello da parte di Siena, che fu successivamente ricostruito nel
1382.Nuovamente in rovina, nel 1507 Papa Giulio II la ricevette in dono da
Pandolfo Petrucci, Signore della Repubblica di Siena.
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Papa Giulio II fece
trasformare l'antica fortezza dal famoso architetto senese Baldassarre Peruzzi
in una splendida villa rinascimentale, ove trascorrere i suoi periodi di riposo.
Oggi è un Hotel di alto livello
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Fonte bibl. : Repetti, Dizionario
Geografico Fisico Storico della Toscana- Passeri, Il Territorio
di Casole - Elab.ne : Roberto Fortini 1999
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